Manifesto 2012:
Bloomsday a Trieste.

 

 

Ogni anno [migliaia di persone] si vestono come i personaggi del libro – Stephen con il suo bastone, Leopold e la sua bombetta, Molly in sottoveste – come se volessero esprimere la loro volontà di diventare un tutt’uno con il testo. Rimettono in scena gli episodi svoltisi in Eccles Street, Ormond Quay e nella Torre Martello di Sandycove. È quasi impossibile pensare ad un qualsiasi altro capolavoro modernista che abbia un tale effetto”.

[da: Kibert, Declan. 2009. “Ulysses, Modernism’s Most Sociable Masterpiece. The Guardian, 16 giugno]

 

Ogni 16 giugno, in tutto il mondo appassionati di Joyce si riuniscono, impersonano i protagonisti del libro – o, in alternativa, indossano abiti edoardiani, tipici dell’epoca – ed organizzano letture pubbliche, esibizioni a tema, eventi musicali e “Bloomsday Breakfasts” (“Colazioni Bloomsday”, la colazione consumata da Leopold Bloom la mattina del 16 giugno, che, oltre agli ingredienti tipici delle colazioni irlandesi, comprende anche fegato e reni). Ma, andando oltre questo denominatore comune, ogni città ha il suo personalissimo modo di festeggiare la ricorrenza.

A Dublino, la maggior parte degli eventi viene organizzata dal James Joyce Centre e dal James Joyce Tower e Museum a Sanndycove – eventi che includono performance teatrali, pellegrinaggi nei luoghi dell’Ulisse, e maratone di letture (si dice che gli ammiratori più devoti, a volte, intraprendano la lettura della versione integrale del romanzo – lettura che dura oltre trentasei ore).

Dal 1994, il Bloomsday viene celebrato anche nella città ungherese di Szombathely, la patria fittizia del padre di Leopold Bloom. I festeggiamenti e gli eventi organizzati per l’occasione vengono solitamente fatti confluire nelle zone dell’Iseum, i resti di un tempio romano dedicato a Iside, e della Blum-mansion, dedicata a Joyce nel 1997, e abitata realmente da una famiglia di ebrei chiamati Blum.

A Philadelphia, il Rosenbach Museum & Library – casa del manoscritto dell’Ulisse – organizza, dal 1992, un festival per le strade della città, animato da letture pubbliche, musica celtica, e cibo della tradizione irlandese servito dai pub locali. A Syracuse, il Bloomsday viene celebrato ogni anno al Johnston’s BallyBay Pub che, oltre ad ospitare letture del libro e drammatizzazioni con attori in costume, prevede l’assegnazione di borse di studio agli studenti che hanno scritto saggi inerenti a Joyce e alle sue opere.

Molteplici sono gli eventi che andrebbero menzionati – dal “Bloomsday on Broadway” tenutosi a New York nel 2014, alla drammatizzazione dell’Ulisse trasmessa nel 2012 da BBC Radio Four – ma ci limitiamo a ricordarne un ultimo – di portata globale, e forse il più curioso e insolito. Nel 2011, l’hashtag @Ulysses fu lanciato su Twitter, dando inizio a quello che è stato, probabilmente, uno degli “esperimenti letterari” più singolari mai effettuati.

 

Ogni anno, il 16 giugno, gli amanti del romanzo più ricco di tutti i tempi – l’Ulisse di James Joyce – celebrano questa rivelazione letteraria con il Bloomsday. Letture pubbliche del romanzo spuntano fuori in ogni parte del mondo. Ma cosa succederebbe se l’esperienza di ascoltare questo grande romanzo dal vivo venisse, invece, spinta dentro Twitter, il più frammentario dei media, tutto nel lasso di ventiquattro ore in cui si svolge il romanzo?

Non si tratta di un tentativo di twittare in modo inconsistente l’intero contenuto dell’Ulisse, parola per parola, 140 caratteri alla volta. Sarebbe stupido e impossibile. Quello che invece vogliamo proporre è un rimaneggiare, un rivivere l’esperienza di lettura del romanzo, dall’inizio alla fine, in una serie di tweets scritti in una giornata da un esercito globale di twittatori volontari appassionati di Joyce.

Riuscite a immaginarlo? Sarebbe tremendo, quasi un disastro? Oppure magnifico? Chi lo sa. Ed ecco il perché di questo esperimento”.

[da: Ulysses Meets Twitter 2011]

 

 

Bloomsday e Trieste.

In quanto casa di Joyce per quasi quindici anni, è inevitabile che Trieste sia una delle città più attive e propositive nei confronti del Bloomsday. Dopo essere stata teatro, nel 1993, della prima lettura integrale dell’Ulisse degli ultimi anni, i primi veri e proprio festeggiamenti del Bloomsday si tennero nel 2004 – centenario del Bloomsday “originale” – con l’inaugurazione del Museo Joyce. Il Bloomsday tornò poi ad essere celebrato nel 2009, con protagonista una mostra itinerante che vedeva esposte alcune illustrazioni liberamente ispirate all’Ulisse.

Da quell’anno in poi, il Bloomsday è continuato a tornare ad animare la strade e i teatri triestini, coinvolgendo artisti, attori e musicisti, e attirando visitatori da ogni dove. Ogni anno un tema diverso, scelto tra i titoli dei capitoli in cui è suddivida l’opera – Ciclopi, Sirene, Itaca e Eolo, tra i vari – attorno al quale vengono organizzate non una, ma ben quattro intere giornate all’insegna di musica e performance teatrali, letture pubbliche e Guinness, mostre, esibizioni, conferenze ed eventi culturali di ogni tipo.

Per maggiori informazioni e notizie sulle edizioni del Bloomsday svoltesi a Trieste negli anni passati, visitare la sezione ad esse adibita sul sito del museo.

 

 

E nel resto dell’Italia?

Oltre che Trieste, sede principale dei festeggiamenti italiani per il Bloomsday, anche altre città della penisola hanno recentemente iniziato a celebrare l’evento. Dal 2005, nell’ambito del Festival Internazionale di Poesia, Genova ha iniziato ad organizzare letture pubbliche dell’Ulisse in vari luoghi del centro storico – letture che, ogni anno, arrivano a coprire la quasi totalità dell’opera. Successivamente, anche Ravenna e Salerno hanno poi deciso di adottare la medesima tradizione, rispettivamente nel 2013 e nel 2015.